L’azione di pressione sull’Unione europea capeggiata dall’Austria per avere nel secondo trimestre più dosi del vaccino Pfizer- BioNTech rispetto a quelle previste rischia di concludersi con un nulla di fatto.
L’argomento, che sarà trattato nel prossimo vertice dei capi di governo che si terrà questa settimana sembra poter con ogni probabilità virare verso il rifiuto di questa proposta, nata dopo che è stato reso noto l’arrivo di 10 milioni di dosi di questo tipo di vaccini, che alcuni paesi, tra i quali l’Austria, avevano prenotato in minore quantità prediligendo il meno costoso AstraZeneca.
Per sopperire a ciò quindi Vienna, dopo la riduzione di approvvigionamenti dell’antidoto anglo- svedese, ha iniziato a battere i pugni sul tavolo parlando di “bazar” dei vaccini ed accusando l’Europa di privilegiare alcuni paesi rispetto ad altri.
A dar man forte al cancelliere austriaco Sebastian Kurz alcuni paesi dell’est europa tra i quali anche la Slovenia, che, però, come il paese confinante aveva in una prima fase puntato principalmente sull’AstraZeneca. Resta da vedere se come in passato la strategia di Kurz funzionerà, oppure se la linea che verrà adottata sarà quella espressa da un diplomatico di Bruxelles al “Financial Times” che parlando del caso ha profetizzato che “nemmeno una singola dose in più” sarà data all’Austria, e molto probabilmente neanche ai sostenitori della sua linea.
Barbara Costamagna