Oggi prenderà il via nella capitale tedesca il nono vertice del Processo di Berlino sui Balcani occidentali, presieduto dal cancelliere federale Olaf Scholz che si svilupperà in due sessioni di lavoro. Tri i temi che verranno affrontati dai capi di stato pure la sicurezza energetica, l’agenda verde e la collaborazione regionale nei Balcani Occidentali. Questi paesi dovrebbero trovare durante il vertice un accordo sulle soluzioni che riguardano una maggiore collaborazione tra i vari livelli dei settori energetici. Prevista inoltre la firma di un accordo sul mercato unico e sul riconoscimento reciproco di carte d’identità, diplomi di laurea e professionali. Prenderanno parte al summit i leader dei 6 paesi dei Balcani Occidentali, Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia, ma anche quelli di diversi Paesi Ue, nonché i presidenti della Commissione e del Consiglio Ue, Ursula von der Leyen e Charles Michel. La Slovenia, in seguito all'accordo preso con il premier Robert Golob, verrà rappresentata dal capo dello Stato, Borut Pahor. L’Ufficio del Presidente della Repubblica ha evidenziato in un comunicato che “la politica d’allargamento dell’Unione Europea nell’attuale conteso geopolitico è uno strumento chiave attraverso il quale garantire la sicurezza, lo sviluppo e la pace in Europa”. Il processo di Berlino è un’iniziativa diplomatica nata nel 2014 che riguarda principalmente i processi di allargamento dell’Unione europea ai paesi dei Balcani occidentali, si tratta di un’iniziativa diplomatica tedesca voluta dall’allora cancelliera Angela Merkel. L’idea è scaturita in seguito alla partecipazione della Merkel al vertice a livello presidenziale sloveno-croato di Brdo-Brioni durante il quale ha valutato che l’incontro dovrebbe essere esteso anche alla sfera esecutiva. L’obiettivo primario è quello di avvicinare i paesi dei Balcani occidentali all’Ue attraverso la partecipazione a progetti concreti nei settori delle infrastrutture, energia e digitalizzazione.
Dionizij Botter