Trenta anni fa nella notte del 9 novembre cadde "il Muro" che per decenni aveva diviso Berlino est e Berlino ovest. Si avviava, così, il processo domino che avrebbe portato alla fine della contrapposizione tra i due blocchi ideologici protagonisti del periodo della Guerra fredda, con la graduale scomparsa dei regimi comunisti che dopo la Seconda guerra mondiale aveva dominato nell’Est dell’Europa.
Da quel giorno il continente non sarebbe stato più lo stesso e tre decenni dopo si guarda a quelle ore frenetiche con una certa nostalgia sia da una sia dall’altra parte della cortina. Larghe fasce della popolazione, infatti, riposero molte delle loro le aspettative e speranze in questo evento, ma con la crisi degli anni Duemila e la diffusione di politiche liberiste, molte di queste si sono sentite tradite e ciò ha portato soprattutto ad Est a rimpiangere il passato, dimenticando quanto in realtà quella notte e gli eventi che seguirono furono importanti per milioni di cittadini che solo allora ritrovarono la libertà di movimento e di espressione.
Non mancano in questi giorni i rocamboleschi racconti delle fughe organizzate prima di quel 9 novembre da uomini e donne della DDR per passare oltre quella che le istituzioni comuniste chiamavano "la barriera antifascista". Mongolfiere e tunnel sono solo alcuni dei modi creativi con la quale solo qualche decennio fa in Germania Est si cercava la libertà, quella che mancava in un paese dove si parlava piano anche nella cucina della propria casa perchè la Stasi, parafrasando il titolo di un famoso libro, poteva nascondersi anche sotto il lavello.
Barbara Costamagna