Trasferire il noto quartiere a luci rosse di Amsterdam in periferia: l’idea non è nuova e, come già accaduto in passato, ha provocato un autentico vespaio nella città olandese, nota, oltre che per le bellezze architettoniche, anche per la presenza del quartiere dedicato alla prostituzione.
Il progetto del sindaco Femke Halsema punta a ridurre la presenza della criminalità, e anche di una massa di turisti che ogni giorno affollano l’area, ma viene osteggiato sia dalle prostitute che lavorano nel quartiere, e che dovrebbero traferirsi, sia dai residenti dell’area periferica individuata per far sorgere il nuovo "centro erotico".
Le lavoratrici temono una riduzione del volume di affari, ma anche di essere maggiormente esposte ai rischi della criminalità organizzata se trasferite in periferia, mentre i residenti non ci tengono affatto a diventare un centro d’attrazione per i clienti e i curiosi.
Fra i provvedimenti contestati anche l’obbligo, sancito a partire dal primo aprile, di chiudere le vetrine a luci rosse alle tre di mattina, e non più alle sei, cosa che però, secondo le "sex workers", esporrebbe ad aggressioni e rapine visto che le donne rincaserebbero in piena notte, con la città deserta e con addosso l’incasso della giornata.
Centinaia di residenti si sono uniti quindi alla protesta delle prostitute, che vogliono restare nelle famose vetrine vicino ai canali del centro storico, ma le autorità locali puntano anche a introdurre il divieto di fumare cannabis nelle strade che sono all’interno e intorno al quartiere a Luci Rosse di Amsterdam, un provvedimento che provocherà probabilmente nuove proteste.
Alessandro Martegani