In uno sforzo congiunto, l'inviato speciale americano per i Balcani occidentali Gabriel Escobar e il rappresentante speciale UE per dialogo tra Serbia e Kosovo Miroslav Lajčak visiteranno la settimana prossima Belgrado e Pristina, nel tentativo di rilanciare il dialogo tra le parti, arenato ormai da mesi.
Al centro del nuovo sforzo diplomatico, c'è la realizzazione dell'Associazione delle municipalità serbe in Kosovo, prevista dagli accordi bilaterali firmati a Bruxelles nel 2013 da entrambe le parti, ma mai portata a compimento.
L'Associazione dovrebbe fornire un alto livello di autogoverno alle dieci municipalità kosovare a maggioranza serba: nel 2015, però, la Corte costituzionale di Pristina ha sentenziato che la sua creazione andrebbe contro il principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, congelando così di fatto la sua implementazione.
L'attuale premier kosovaro, Albin Kurti, non ha mai nascosto la sua ferma opposizione all'Associazione che, a suo dire, creerebbe una sorta di entità divisiva all'interno del Kosovo, sul modello della Republika Srpska in Bosnia Erzegovina.
Belgrado, invece, insiste perché gli accordi di Bruxelles vengano rispettati, e vede la nuova struttura come un elemento indispensabile per preservare la minoranza serba rimasta in Kosovo dopo il conflitto armato e la dichiarazione di indipendenza di Priština del 2008.
Per sbloccare l'impasse, dagli ambienti diplomatici di parla di "un nuovo modello" per realizzare l'Associazione, ma almeno per il momento, nessuna informazione concreta sulla natura del nuovo approccio è trapelata in pubblico.
Francesco Martino