L’annuncio di Charles Michel, che si candiderà alle elezioni europee di giugno e, in caso di probabile elezione, dovrà lasciare la presidenza del consiglio in anticipo, ha rimescolato le carte ai vertici europei e aperto un problema per il fronte europeista: gli Stati membri dovranno infatti accordarsi su un presidente a interim per evitare che il ruolo passi fino a fine novembre a Viktor Orbán, presidente di turno dell’Unione europea, oltre che dell’Ungheria, e notoriamente antieuropeista.
Forse anche per questo più governi stanno pensando all’ex presidente della BCE ed ex premier italiano Mario Draghi, attualmente impegnato nella preparazione del rapporto sulla competitività europea su incarico della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
La linea europeista dell’ex presidente della Banca Centrale Europea, salvatore e difensore della moneta unica, non è in discussione, e il suo nome per la presidenza del Consiglio europeo è stato ipotizzato da ministri, funzionari e anche dal Financial Times.
Il nome di Draghi però non è l’unico in lizza, e l’ex presidente della BCE, che non starebbe lavorando per questo obiettivo, ha l’handicap di non avere un grande partito europeo che lo sostiene, come invece altri due nomi circolati in questi giorni: quello del socialista Pedro Sánchez, primo ministro spagnolo, e quello della ministra di Stato danese, la socialdemocratica Mette Frederiksen.
Dalla sua Draghi ha un curriculum europeo e accademico ineguagliabile, e sarebbe immediatamente disponibile, anche prima della scadenza di luglio, caratteristiche che potrebbero far convergere molti governi sul suo nome, ma ha anche posizioni molto nette sulle politiche economiche, finanziarie e fiscali che potrebbero mettere sulla difensiva alcuni stati membri come la Germania.
Il diretto interessato non commenta, e intanto continua gli incontri per la stesura del rapporto sulla competitività europea: in settimana vedrà prima a Milano alcuni tra i principali manager europei, poi a Bruxelles la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e altri commissari europei.
Alessandro Martegani