“La pandemia e l'incertezza non sono ancora superati” ma “gli europei vogliono uscire da questo mondo del coronavirus, da questa fragilità, fuori da questa incertezza. Sono pronti per un cambiamento e ad andare avanti”.
È stato naturalmente dedicato in gran parte alla pandemia in atto in Europa e nel mondo il primo discorso sullo stato dell'Unione da Presidente della Commissione europea di Ursula Von Der Leyen.
La Presidente è intervenuta di fronte al Parlamento europeo riunito a Bruxelles, affrontando il tema dell'emergenza sanitaria e dei passi necessari per far ripartire l'economia europea.
Per far superare questa fase al continente è necessario “costruire un'Unione della sanità”, ha spiegato, aggiungendo che “col Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, e la presidenza italiana del G20, organizzeremo un vertice globale sulla sanità in Italia, per dimostrare che l'Europa c'è per proteggere” i cittadini.
Nel lungo intervento c’è stato spazio anche per l’economia, che si collega strettamente a un cambiamento verso attività compatibili con l’ambiente. Van der Leyen ha confermato un‘accelerazione della riduzione delle emissioni, ma, ha aggiunto, “la missione del Green Deal comporta molto di più che un taglio di emissioni: si tratta di creare un mondo più forte in cui vivere”, cambiando “il modo in cui trattiamo la natura”. Ben il 37 per cento del Recovery Fund, sarà speso per raggiugere gli obiettivi di sostenibilità ambientale, un altro 20 sarà dedicato alle nuove tecnologie con la creazione di un “cloud europeo” per la conservazione dei dati, e gli investimenti su 5G e 6G, per raggiungere la “sovranità digitale dell'Europa” e creare “un'identità digitale europea sicura”.
Spazio anche per le politiche sociali: riguardo le migrazioni la Presidente ha sottolineato come siano state un elemento sempre presente in Europa, e come lo saranno sempre, e vadano gestite all’interno di regole condivise, tenendo sempre presente il rispetto della dignità umana.
Von del Leyen ha anche annunciato una proposta della Commissione per istituire in tutta l’Unione dei parametri sui salari minimi. La verità, ha spiegato, “è che per troppe persone il lavoro non paga, il dumping salariale distrugge la dignità del lavoro e penalizza gli imprenditori, distorce la concorrenza del mercato interno, e bisogna porre fine a questa situazione”. “Tutti nell'Unione devono avere i salari minimi – ha concluso -: funzionano ed è giunto il momento che il lavoro ripaghi”.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO/Commissione europea
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