Il direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Alexei Paramonov, ha confermato che Mosca sta lavorando a una risposta alle sanzioni illegittime degli Stati Uniti e dell'Unione europea. Citando la dichiarazione del ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire sui piani dell'Ue per lanciare una guerra economica contro la Russia, Paramonov ha affermato: «Non vorremmo che la logica delle dichiarazioni del ministro trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di conseguenze irreversibili”. Il capo di stato ucraino Volodymyr Zelensky ha intanto lanciato un appello a proseguire al più presto con i colloqui negoziali, spiegando come sia arrivato il tempo di incontrarsi, parlare e ripristinare l’integrità territoriale dell'Ucraina. Altrimenti, avverte, le perdite della Russia saranno tali che il Paese impiegherà diverse generazioni per riprendersi. Il leader bielorusso Alexander Lukashenko ha intanto accusato l'Occidente di aver spinto l'Ucraina alla guerra. In merito all'affermazione, Lukashenko ha spiegato che alla vigilia dello scoppio della guerra ha fatto il possibile per evitare il conflitto, dicendosi pronto persino a chiudere il confine tra Russia e Donbass. Una mossa che era stata accolta con favore dal Cremlino, ma rifiutata da Kiev. Lukashenko ha al contempo smentito un eventuale intervento bielorusso nel vicino paese, sottolineando come Mosca sia in grado di condurre la sua operazione in Ucraina da sola. In merito alla situazione sul campo, lo stato maggiore delle forze armate ucraine ha fatto intanto sapere che i russi sono riusciti a privare temporaneamente il Paese dall'accesso al Mar d'Azov. La fonte sostiene tuttavia che le forze di Mosca sono ancora ostacolate in tutti i principali obiettivi di guerra.
Maja Novak