Sarà la tredicesima presidenza di turno per il Belgio, e forse anche una delle più delicate. Il paese fondatore della Comunità europea ha assunto oggi la guida dell’Unione, raccogliendo il testimone dalla Spagna e precedendo l'Ungheria di Viktor Orban, che presiederà l'Unione europea nel secondo semestre del 2024.
Proprio la successione con l’Ungheria, paese che negli ultimi anni ha avuto un atteggiamento critico con Bruxelles, se non dichiaratamente sovranista, rappresenta uno dei temi della presidenza belga, anche se il primo ministro belga Alexander De Croo si è detto sicuro che Budapest “gestirà la presidenza nell'interesse di tutti gli europei”. Con Spagna e Ungheria fra l’altro il Belgio dovrà lavorare da subito, perché dal 2009 è stata deciso che la presidenza formi un trio con il paese uscente e quello che subentrerà.
Un altro punto critico saranno le elezioni politiche nel paese fissate a giugno, accanto a quelle europee, che impegneranno il governo anche sul fronte nazionale, oltre a obbligare la presidenza a chiudere molti dossier e progetti legislativi entro marzo, visto che il Parlamento europeo terminerà i lavori ad aprile per consentire la campagna elettorale.
La presidenza belga ha deciso di basare la sua azione su tre concetti: Proteggere, Rafforzare, Preparare. Le priorità del semestre belga sono per sei: promuovere lo Stato di diritto e la democrazia, puntando soprattutto sulla partecipazione delle giovani generazioni, e Bruxelles è anche determinata a "sostenere" i Paesi candidati ad aderire all'Unione europea. La presidenza punta poi a rafforzare la competitività economica, portando avanti il lavoro sull'Unione energetica e dei mercati dei capitali, con particolare attenzione al rafforzamento della "sicurezza economica", riducendo le dipendenze da Paesi terzi. Su questo capitolo si attende il contributo degli ex premier italiani Enrico Letta e Mario Draghi.
Fra gli obiettivi ci sono anche un’azione di rafforzamento della competitività del mercato unico europeo, con spirito innovativo per competere con potenze come gli Usa, la riforma del patto di stabilità, obiettivo a dir poco complesso, e il sostegno finanziario all'Ucraina dopo il veto posto dagli ungheresi, accanto a capitoli sul tavolo da anni come l'Unione bancaria e quella dei mercati dei capitali, e la tassazione del lavoro transfrontaliero. Al centro delle priorità anche la transizione verde e digitale e le migrazioni, con l’obiettivo di "proteggere le persone e i confini", ma anche, ha dichiarato la ministra degli Esteri belga Hadja Lahbib di "rafforzare la resilienza e l'autonomia" del Vecchio Continente e "difendere i nostri interessi e i nostri valori".
Alessandro Martegani