Foto: Reuters
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Il quotidiano croato "Jutarnji list" ha lanciato pesanti accuse nei confronti delle autorità svizzere e croate, rivelando l'esistenza di voli non dichiarati utilizzati per rimpatriare migranti dalla Svizzera in Croazia. In collaborazione con il giornalista investigativo elvetico Emiliano Bos, il giornale ha documentato l'arrivo di questi transiti all'aeroporto di Zagabria, a bordo dei quali sarebbero scesi principalmente giovani uomini provenienti da Paesi mediorientali (Afghanistan, Siria, Iraq e Turchia) con in mano l'indirizzo di una struttura ricettiva nella capitale. Le rivelazioni hanno suscitato un'ondata di reazioni politiche nel Paese, con esponenti di spicco dell'opposizione che hanno puntato il dito contro il governo, accusandolo di trasformare la Croazia in un centro di smistamento per migranti. In particolare, Miro Bulj e Marija Selak Raspudić, candidati alle prossime elezioni presidenziali per il partito di destra Most, hanno richiesto un intervento immediato del premier Andrej Plenković e del Ministro dell'Interno Davor Božinović, chiedendo un maggiore controllo delle frontiere e un referendum sulla questione migratoria. Il Ministero dell'Interno croato ha respinto le accuse considerandole prive di fondamento e finalizzate a diffondere il panico tra la popolazione nonché indebolire la fiducia nei confronti delle istituzioni. Božinović ha poi giustificato i rimpatri da Zurigo, sostenendo che questi sono avvenuti in linea con le disposizioni del regolamento di Dublino. Secondo tale regolamento, è compito dello Stato membro in cui un richiedente asilo ha presentato la sua prima domanda esaminare la richiesta stessa. Di conseguenza, i migranti rimpatriati in Croazia sarebbero persone che, avendo presentato richiesta in un altro Paese europeo, sono state successivamente trasferite in Croazia in base a tale regolamento.

Alessia Mitar