Foto: Pixabay
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“Se ci dovesse essere un riconoscimento europeo del Prošek, ci sarebbero le condizioni per chiedere la riapertura di vecchi fascicoli, e si potrebbe riproporre la questione del Tokaij per verificare se nell'Unione europea esistono due pesi e due misure”.
È una posizione provocatoria ma decisa quella della regione Friuli Venezia Giulia sulla vicenda del Prošek, vino molto diverso dal Prosecco ma su cui Italia e Croazia hanno ingaggiato un braccio di ferro a livello europeo.
A confermarlo è l'assessore del Friuli Venezia Giulia alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier, al termine di un incontro a Firenze con il ministro per le Politiche agricole italiano Stefano Patuanelli e il commissario Janusz Wojciechowski.
Zannier ha ricordato la recente sentenza della Corte di giustizia europea, che tutela le denominazioni di origine rispetto alle assonanze, e confermato che ministero delle Politiche agricole, appoggiato dalle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, depositerà nelle prossime settimane l'opposizione formale al riconoscimento della menzione tradizionale per il vino croato.
Secondo l’assessore del Friuli Venezia Giulia, la Commissione europea sta prendendo consapevolezza della materia Prosecco e potrebbe avere un ripensamento rispetto “a un approccio neutrale e asettico”, ma, ha aggiunto, “se ci dovesse essere un riconoscimento del Prošek , vino passito che nulla a che vedere con il Prosecco italiano ci sarebbero le condizioni per chiedere la riapertura di vecchi fascicoli in modo da garantire un trattamento omogeneo alle diverse vicende agroalimentari affacciatesi sullo scenario europeo”, e si potrebbe riproporre la questione del Tokaij, “in modo esclusivamente provocatorio, per verificare se nell'Unione europea esistono due pesi e due misure”.

Alessandro Martegani