Tutti i dettagli resteranno segreti per almeno dieci anni: così ha deciso il parlamento ungherese legiferando questa settimana sul maxi-accordo con la Cina per modernizzare la linea ferroviaria tra Budapest e Belgrado, il più grande investimento ferroviario della storia ungherese.
La decisione è stata motivata con la necessità di difendere Budapest “da pressioni esterne”, visto che scoprire i dettagli dell'intesa con la Cina “potrebbe danneggiare la politica estera e gli interessi commerciali dell'Ungheria”.
Ma a forzare la mano ai deputati magiari sarebbero in realtà state le condizioni poste dall'Exim Bank of China, che coprirà l'85% dei costi di costruzione, per ottenere un megaprestito da un miliardo e 700 milioni di euro. Si rafforzano così i timori di chi vede la crescente presenza cinese in Europa sud-orientale come una velata minaccia più che come opportunità di sviluppo per l'area.
Il rinnovo della tratta ferroviaria rientra nell'ambiziosa Belt and Road Initiative, la nuova “Via della Seta” promossa dalla Cina per connettere i due lati del continente euro-asiatico e nel lungo periodo, l'obiettivo sembra quello di collegare il porto greco del Pireo, già controllato da Pechino, all'Europa centrale, passando per i Balcani occidentali.
Il governo ungherese di Viktor Orbán, che ha già stanziato per l'infrastruttura 235 milioni di euro dal budget del 2020, già messo sotto pressione dalla crisi coronavirus, punta invece a trasformare il paese in uno snodo centrale dei trasporti nel cuore dell'Europa, nonostante i dubbi sulla razionalità economica dell'operazione, e i rischi connessi a contrarre debito col gigante cinese.
Francesco Martino