Sei mesi fa iniziava l'occupazione russa dell'Ucraina, con le truppe di Mosca che penetrarono in Ucraina da Nord - passando attraverso la compiacente Bielorussia -, dal confine russo a Est ed a Sud, dalla Crimea, annessa da Mosca nel 2014.
Le intenzioni del Cremlino erano di rovesciare il governo di Volodymyr Zelensky a Kiev, con una "operazione militare speciale" di pochi giorni, che si è invece trasformata in una lunga guerra di posizione, con migliaia di vittime e la distruzione di intere città.
Oggi però in Ucraina si celebra la Festa dell'indipendenza ucraina, conquistata 31 anni fa in seguito al disfacimento dell'Unione sovietica. Non ci saranno vere celebrazioni pubbliche, per il rischio di attacchi da parte russa: a Kiev è stato proibito qualsiasi assembramento. Sarà comunque una giornata di aperta sfida alla Russia di Putin.
L'Unione europea continua a garantire aiuto ed a rimanere a fianco dell'Ucraina nella lotta contro l'invasione russa, fino a quando sarà necessario. Lo ha ribadito Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, nel corso del vertice virtuale della Piattaforma di Crimea.
Anche il presidente della Repubblica slovena, Borut Pahor, ha confermato il fermo appoggio della Slovenia alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina. Pahor ha poi lanciato un appello alla Russia a ritirare immediatamente e incondizionatamente le sue forze e l'equipaggiamento militare dall'intero territorio dell'Ucraina.
Sostegno al Paese invaso ribadito anche dal premier italiano Mario Draghi, che aggiunge che "la Russia deve porre fine alla sua occupazione illegale, ai suoi attacchi brutali contro i civili disarmati".
Intanto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che è necessario continuare a fornire assistenza militare all'Ucraina, ma l'inverno si avvicina e - sottolinea Stoltenberg - sarà dura. L'Europa pagherà un prezzo per il suo sostegno a Kiev, ma - conclude il numero uno della Nato: "Dobbiamo anche essere chiari: il prezzo che pagheremmo se non avessimo sostenuto l'Ucraina e la Russia vincesse sarebbe molto più alto".
Duro il commento dell'ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, sulla riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia. L'ambasciatore ha considerato una perdita di tempo l'incontro, dove la Russia ha presentato una serie di giustificazioni ma non la dichiarazione di smilitarizzazione della centrale.
Infine, nella notte l'esercito russo ha sferrato pesanti attacchi nelle regioni di Zaporizhzhia, Kharkiv e Sumy. Lo hanno riferito i governatori locali.
Davide Fifaco