Mentre numerosi paesi europei sono in affanno per assicurarsi un quanto maggior numero di dosi di vaccino, la Serbia sembra averne addirittura troppi. Sarebbero almeno 15 milioni le dosi complessive garantite a Belgrado in parte da Pfizer e AstraZeneca ma soprattutto dalla casa farmaceutica russa che produce lo Sputnik e da quella cinese che ha consegnato lo Sinopharma. Le autorità sono impegnate in una nuova campagna di sensibilizzazione per la somministrazione del medicinale a quella grande fetta di popolazione che ancora per vari motivi non vi ha aderito. Dopo una prima fase nella quale sono stati vaccinati tutti quelli che hanno voluto farlo ovvero un quarto della popolazione complessiva, ora le somministrazioni giornaliere si fermano a 12 mila, circa la metà di quelle registrate ad inizio marzo. Tanta è la quantità di vaccino in circolazione che le autorità serbe lo offrirebbero addirittura agli stranieri che raggiungono il paese per lavoro, visite o impegni vari mentre sarebbero sempre più numerosi i cosiddetti turisti del vaccino ovvero cittadini dei paesi limitrofi che arrivano in Serbia per farsi somministrare una dose di Sputnik o Sinopharma. Con quest’ultimo farmaco nelle ultime ore è stato vaccinato pure il presidente Aleksandar Vučić che ha invitato tutti a seguire il suo esempio.
(lpa)