Il nuovo Premier della Slovacchia Robert Fico ha dichiarato che Bratislava non fornirà più armi all'Ucraina, con cui condivide a est un confine di un centinaio di chilometri, come aveva promesso durante la campagna elettorale che lo ha portato a conquistare il potere per la terza volta. Fico ha precisato che in futuro verranno considerati solo aiuti umanitari e civili. Fico governa appoggiandosi a una maggioranza di 79 deputati su 150. Il precedente esecutivo slovacco di centro-destra aveva inviato aiuti a Kiev già dall'aprile 2022. Gli aiuti più significativi sono stati caccia e sistemi di contraerea di concezione sovietica oltre a veicoli usati in combattimento e nello sminamento, non un contributo importante se paragonato a quello dei maggiori fornitori di Kiev, come ad esempio gli Stati Uniti. Una delle cause del blocco degli armamenti è che nei magazzini di Bratislava non rimane molto da usare sul campo di battaglia, tanto che il Cremlino ha commentato che questa decisione non avrà un influsso significativo sul conflitto in corso. Il cambio di Governo in Slovacchia potrebbe però avere un impatto significativo sulle decisioni dell'Unione Europea. Fico, prima di partecipare al suo primo vertice dei 27 a Bruxelles, ha precisato che il suo Paese non sosterrà nemmeno nuovi aiuti militari europei all'Ucraina né nuove sanzioni nei confronti della Russia qualora fossero dannose per gli interessi slovacchi, come lo sono state quasi tutte le sanzioni finora. Per Fico non è una guerra degli slovacchi, e potrebbe trovare un'utile sponda nel suo omologo ungherese Orban, e l'Unione Europea deve cambiare ruolo, passare da fornitrice di armi ad artigiana di pace.
Franco de Stefani