L'avvocato generale della Corte di giustizia dell'Unione Europea, Manuel Campos Sanchez-Bordona, propone di rigettare le cause intentate da Ungheria e Polonia contro il regolamento comunitario che condiziona l'erogazione di fondi europei con il rispetto dello stato di diritto. Secondo l'avvocato generale, il cui parere non è vincolante per la Corte, si tratta di una disposizione adottata su una base giuridica adeguata e rispetta il principio della tutela del diritto. Il regolamento che subordina i fondi europei allo stato di diritto è entrato in vigore lo scorso primo gennaio ed è frutto di un difficile compromesso raggiunto dopo mille negoziati, ed è stato incluso nell'accordo dello scorso anno sul Recovery Fund e sul nuovo bilancio pluriennale dell'Ue 2021-2027. In seguito all'opposizione del blocco di Višegrad, in particolare di Polonia e Ungheria che sono i Paesi più esposti a eventuali sanzioni sullo stato di diritto, gli Stati membri e la Commissione hanno concordato una sorta di tregua: il regolamento non sarà attuato fino a quando la Corte di giustizia dell'Ue non si sarà pronunciata sulla sua validità, così come richiesto per l'appunto da Varsavia e Budapest. A marzo i due Paesi hanno infatti presentato ricorso alla Corte per far annullare il meccanismo, un processo che potrebbe richiedere quasi un anno. Nonostante il compromesso, che di fatto congela tutto, il Parlamento europeo ha esercitato per mesi pressioni sulla Commissione invitandola ad agire immediatamente per far rispettare lo stato di diritto nei paesi membri. A fine ottobre, di fronte a quella che ha definito inerzia, l'Assemblea di Strasburgo ha denunciato l'esecutivo comunitario alla stessa Corte di Giustizia, per la mancata applicazione del regolamento di condizionalità.
Delio Dessardo