Dichiarato lo stato di emergenza a causa della siccità praticamente in tutto il nord Italia. Restano fuori dal provvedimento solo le due regioni montane, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige e la Liguria. Una situazione grave con i grandi laghi, compreso il Lago di Garda, dove c'è molta meno acqua del normale e il fiume Po che è in alcune parti al livello più basso degli ultimi 70 anni. Le città di Pisa e Verona hanno già introdotto limiti al consumo di acqua, mentre le fontane sono state chiuse a Venezia e Milano. La mancanza di acqua minaccia soprattutto le colture agricole nelle regioni del nord Italia Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna e per questo il governo ha anche annunciato un fondo di 36,5 milioni di euro per aiutare le imprese colpite.
Non solo l'Italia, però, sta affrontando una situazione di questa gravità. Parti del Portogallo e della Spagna stanno sperimentando la peggiore siccità degli ultimi migliaia di anni a causa dell'elevata pressione atmosferica causata dai cambiamenti climatici. Gli esperti avvertono che la quantità di precipitazioni potrebbe diminuire fino al 20 per cento entro la fine del secolo e che l'agricoltura iberica rischia di diventare la più vulnerabile in Europa.
Uno dei fattori che sembrano influire su questo andamento è l’'Anticiclone delle Azzorre, un'area ad alta pressione atmosferica che ruota in senso orario su parti del Nord Atlantico, che ha una grande influenza sulle tendenze meteorologiche e climatiche a lungo termine nell'Europa occidentale. Come emerge da uno studio pubblicato sulla rivista "Nature Geoscience" da un gruppo di ricercatori statunitensi questo sistema di alta pressione atmosferica è cambiato drasticamente nell'ultimo millennio, causando inverni più secchi ed estati torride in particolar modo nel sud del continente.
Sulla base di simulazioni di modelli climatici degli ultimi 1.200 anni, lo studio ha rilevato che il sistema ad alta pressione ha iniziato ad espandersi e a coprire un'area più ampia circa 200 anni fa, proprio mentre anche l'inquinamento da gas serra causato dall'uomo ha iniziato ad aumentare. Un processo che ha visto un’accelerazione nel Ventesimo secolo a causa dei cambiamenti climatici e dal riscaldamento globale associato. Se l'anticiclone continuerà ad espandersi nel 21° le precipitazioni potranno diminuire di un altro 10-20% entro la fine di questo secolo, con ricadute non da poco soprattutto sull’agricoltura della penisola iberica che rischia di vedere una diminuzione della propria produzione di almeno un quarto entro il 2050.
Un campanello d’allarme che suona ormai da tempo, ma al quale forse si sta rispondendo con troppa lentezza.
Barbara Costamagna