Foto: BoBo/Borut Živulović
Foto: BoBo/Borut Živulović

La maggioranza europeista si trova di fronte a una frattura significativa, originata dall'approvazione del calendario delle audizioni dei commissari designati per la nuova Commissione Europea. Si tratta di una questione per lo più tecnica; tradizionalmente, i nomi di spicco, come i vicepresidenti, vengono esaminati per ultimi. Una scelta non priva di implicazioni, visto che il rischio di bocciatura cresce quando lo scrutinio avviene a ridosso della conclusione del processo. Per questo motivo, i gruppi progressisti - socialisti e verdi - avevano spinto affinché i vicepresidenti fossero i primi a sottoporsi al vaglio delle commissioni. Tuttavia, la proposta è stata respinta in favore della linea del Partito Popolare Europeo che, con il sostegno dell'estrema destra, ha optato per mantenere i vicepresidenti alla fine del calendario. I gruppi politici dei Socialisti e dei Verdi hanno infatti accusato il PPE di violare il cosiddetto "cordone sanitario", collaborando con le forze dell'estrema destra per far passare la propria agenda. Il cordone sanitario consiste nel rifiuto di cooperare con partiti della destra radicale per evitare che influenzino le decisioni politiche a livello europeo. Il gruppo socialista ha espresso preoccupazione per il fatto che l'EPP stia agendo "con due maggioranze": da una parte collaborando con i partiti moderati, dall'altra cercando l'appoggio dell'estrema destra in situazioni strategiche. L'EPP, dal canto suo, ha respinto le accuse, sostenendo che l'ordine delle audizioni proposto è simile a quello adottato nel 2014 e nel 2019. Ha inoltre sottolineato che la decisione è stata presa nel rispetto delle regole democratiche. Le audizioni dei commissari si svolgeranno dal 4 al 12 novembre. La candidata slovena Marta Kos sarà esaminata il 7 novembre.

M.N.