Nel documento, pubblicato sul sito della presidenza russa si legge che "il 30 settembre è la Giornata della riunificazione della Repubblica popolare di Donetsk, della Repubblica popolare di Lugansk, della regione di Zaporizhzhya e della regione di Kherson con la Federazione Russa". Lo riporta l'agenzia di stampa russa Ria novosti. Il promotore di questo disegno di legge è stato lo stesso presidente russo, Vladimir Putin.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha intanto fatto sapere che il braccio destro di Yevgeny Prigozhin, ex comandante del gruppo di mercenari Wagner, Andrei Troshev, "lavora già al Ministero della Difesa" russo. Putin ha infatti chiesto a Troshev di formare un gruppo di volontari da spedire in Ucraina. Secondo quanto si legge in una nota del Cremlino, "nell'ultima riunione" è stato "evocato il fatto" che Troshev "sarà impegnato nella formazione di unità di volontari capaci di condurre operazioni militari di vario tipo, ovviamente soprattutto nella zona della operazione militare speciale".
Il Ministero britannico della Difesa ha comunque riferito che "nelle ultime settimane, fino a centinaia di combattenti precedentemente associati alla Wagner hanno probabilmente iniziato a ridistribuirsi in Ucraina come individui e piccoli gruppi, combattendo per diverse unità filo-russe". I servizi segreti di Londra hanno ricordato che il gruppo di mercenari, all'inizio di giugno si è ritirato dall'Ucraina, prima del fallito ammutinamento del 24 giugno e della morte di Prigozhin a fine agosto.
In tutta la Russia, intanto, domenica inizierà un nuovo ciclo di coscrizione. Secondo il Ministero della Difesa di Mosca, le nuove reclute non saranno invitate a partecipare alla guerra in Ucraina. Su questa affermazione però c'è stato un diffuso scetticismo nel periodo precedente alla coscrizione autunnale, con l'indicazione che almeno alcune delle ultime reclute saranno inviate "nelle nuove regioni della Federazione Russa". L'ammiraglio Vladimir Tsimlyansky ha comunque sottolineato "che lo stato maggiore non ha piani per ulteriori misure di mobilitazione".
