Sono almeno 35 i morti causati dall'attacco russo sulla base militare di Yavoriv, in territorio ucraino quasi al confine con la Polonia, circa 40 chilometri a nordovest di Leopoli. Secondo il governatore della provincia, Maksim Kozicki, sarebbero più di 30 i missili lanciati nel raid aereo. Il sito militare, dove opera anche un centro di addestramento utilizzato dalla NATO, è uno dei più grandi poligoni dell'Ucraina. Lo scorso settembre è stato teatro di esercitazioni congiunte NATO-Ucraina. Il Ministro della difesa ucraino Oleksij Reznikov è tornato a invocare la creazione di una no fly zone in Ucraina, ma dalla NATO è arrivato un nuovo rifiuto. "Non cerchiamo alcuna guerra con la Russia", ha ribadito il segretario generale, Stoltenberg, che afferma di essere contrario alla no fly zone sull'Ucraina. Nel pomeriggio si è fatto vivo il Ministero della difesa russo, affermando che nell'attacco a Yavoriv sono stati eliminati fino a 180 mercenari stranieri ed è stato distrutto un notevole quantitativo di armi provenienti dall'estero. Mosca, lo ricordiamo, ha fatto sapere che i convogli di armi straniere per l'Ucraina saranno considerati "bersagli legittimi". Nella cronaca di oggi anche la notizia che un giornalista americano, Brent Renaud, è stato ucciso da un colpo di arma da fuoco al collo mentre filmava i profughi in fuga da Irpin, sobborgo di Kiev. Un suo collaboratore è rimasto ferito. Per le forze di sicurezza ucraine è stato colpito dai militari russi ad un check point. Il reporter ucciso aveva un tesserino del New York Times, ma non era in missione per il giornale statunitense. Aveva collaborato con la testata in passato, fino al 2015.
Sul piano diplomatico le posizioni di Russia e Ucraina "in qualche modo si sarebbero fatte più vicine", secondo quanto affermato dal ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu, citato dall'agenzia Tass. "Serie discussioni tra le due parti continuano", ha aggiunto il capo della diplomazia di Ankara al forum diplomatico di Antalya, sottolineando che tra gli argomenti in discussione vi è la neutralità dell'Ucraina. La Turchia, insieme con Israele, è stata indicata come possibile mediatrice tra Kiev e Mosca dal consigliere presidenziale e negoziatore ucraino Mykhailo Podolyak.
Il Cremlino non esclude colloqui diretti tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky, secondo il portavoce Peskov. "Abbiamo ribadito in molte occasioni che nessuno esclude la possibilità di un incontro di Putin con il presidente Zelensky. Ma dobbiamo capire cosa sarà discusso in questo incontro e quale dovrebbe essere l'esito", ha detto Peskov.
E in Russia, dal 24 febbraio, giorno di inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, 14.200 persone sono state arrestate nelle manifestazioni contro la guerra. Lo afferma un sito russo indipendente. La stessa fonte riporta che attualmente ci sono dieci tribunali impegnati in procedimenti penali nei confronti dei manifestanti arrestati. Anche oggi sono state organizzate proteste in 23 città della Russia e sono state arrestate centinaia di persone. Nelle manifestazioni odierne sono stati effettuati arresti pure a Mosca e a San Pietroburgo.
Delio Dessardo