La conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina, organizzata per due giorni nella capitale britannica Londra, riunisce una sessantina di Paesi che sostengono l'economia ucraina dopo 483 giorni di guerra con l'obiettivo di mobilitare le istituzioni internazionali e il settore privato. Gli alleati hanno avvertito la Russia che dovrà pagare per la ricostruzione dopo un intervento del presidente Zelensky, che ha chiesto progetti concreti per il suo paese. Zelensky, in apertura della conferenza, ha dichiarato che è necessario passare dalla visione agli accordi ai progetti concreti in quanto ogni giorno di aggressione porta nuove rovine, migliaia di abitazioni distrutte, industrie devastate, vite bruciate. La spesa per la ripresa è stata recentemente valutata in 411 miliardi di dollari in uno studio della Banca Mondiale, dell'ONU, dell'Unione Europea e dello stesso governo di Kiev. La cifra è destinata ad aumentare con il protrarsi del conflitto. Il Segretario di Stato americano Blinken ha evidenziato che la Russia dovrà sostenere il costo della ricostruzione, seguito dalla Presidente della Commissione Europea Von der Leyen, la quale ha indicato che l'aggressore dev'essere ritenuto responsabile, mentre il Premier britannico Sunak ha precisato che si stanno esplorando le modalità legali per usare i beni russi. Nell'immediato Washington ha promesso 1,3 miliardi di dollari in tre anni per le infrastrutture essenziali, Londra ha dato garanzie di credito da parte della Banca Mondiale per un totale di tre miliardi in tre anni per i servizi pubblici e 240 milioni di sterline principalmente per lo sminamento e altri progetti umanitari. Berlino ha sbloccato 381 milioni di euro in aiuti umanitari e Parigi ha stanziato 40 milioni di euro per la ricostruzione di emergenza e le attrezzature mediche. Per il premier ucraino Šmyhal per i soli bisogni economici non militari immediati sono necessari altri 6,5 miliardi.
Franco de Stefani