Sono molti gli edifici storici distrutti e i musei saccheggiati in Ucraina, e saranno necessari quasi 7 miliardi di dollari per riparare i danni secondo una stima. La guerra ha portato al danneggiamento e alla distruzione di un gran numero di beni culturali nei territori occupati dalla Russia a partire dal 2014. Si tratta di musei, biblioteche, archivi, teatri, chiese, edifici storici, scuole, università, monumenti, cimiteri e altri luoghi di cultura commemorativa che sono divenuti bersaglio durante le operazioni militari. A seconda della regione e delle aree di conflitto la quantità della distruzione varia. Tra le grandi città quelle più bombardate sono state Mariupol e Kharkhiv mentre Odessa, dov'è stata semidistrutta la cattedrale la scorsa settimana, è entrata nel mirino solo di recente. In generale è complicato quantificare la distruzione in quanto oltre ai siti danneggiati o distrutti anche gli oggetti o le collezioni contenuti vanno calcolate come perdite e non vi sono classificazioni precise. A ciò va ad aggiungersi le perdite di patrimonio immateriale. Liste precise sono aggiornate dal Ministero della Cultura ucraino, che finora ha calcolato oltre 550 danneggiamenti, e l'UNESCO, che ne ha contati circa 270. Sino ad oggi il più grave saccheggio di musei è stato quello avvenuto a Kherson, capitale dell'omonima regione, occupata dalle forze di Mosca all'inizio del conflitto e liberata dagli ucraini lo scorso novembre. Il Museo d'Arte regionale, quello di Storia regionale e l'Archivio di Stato, che ospitava oltre 800 mila volumi di archivi risalenti all'inizio del diciottesimo secolo sono stati semi-svuotati e il materiale è stato portato in Crimea, al Museo di Sebastopoli. Secondo le autorità ucraine sono stati rimossi più di 15 mila oggetti dai musei, e le stime provvisorie dell'Amministrazione degli Archivi di Stato dell'Ucraina affermano che è stato rimosso fino al 50 per cento del patrimonio archivistico dagli archivi regionali.
Franco de Stefani