L'Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Josep Borrell, ha detto di essere al lavoro "per arrivare a un accordo tra tutti i Paesi europei, per fermare l'importazione di petrolio dalla Russia". Borrell ha aggiunto che "se non si fa presto, cioè entro questo fine settimana", dovrà "far riunire il Consiglio dei ministri degli Affari esteri per avere un accordo politico".
Ungheria e Slovacchia hanno intanto chiesto più tempo prima di arrivare a uno stop al greggio russo. La proposta di sanzioni Ue al petrolio russo è inaccettabile e per l'Ungheria equivale a una bomba atomica, ha affermato il premier ungherese, Viktor Orban, aggiungendo che "le sanzioni varate causano più danni all'Europa che alla Russia". L'Ungheria ha bisogno di cinque anni per riorientarsi verso altre forniture, "quindi abbiamo inviato indietro la proposta alla Commissione europea. Non invieremo armi all'Ucraina", ha detto ancora Orban, contrario anche a sanzioni contro il patriarca Kirill.
Intanto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha affermato che Kiev sarebbe disposta ad accettare un accordo di pace di compromesso con la Russia se le forze di Mosca si ritirassero "sulle posizioni del 23 febbraio". Zelensky ha anche lasciato intendere che almeno per ora l'Ucraina non pretenderebbe la restituzione della Crimea. "Da parte nostra non tutti i ponti diplomatici sono stati bruciati", ha precisato. Il capo dello Stato ucraino ha comunque evitato di avanzare richieste pure su quella parte del Donbass fra Donetsk e Lugansk sottratta a sua volta al controllo di Kiev dal 2014.
E. P.