L'Italia, nell'assemblea dell'europarlamento, ha votato contro assieme a Svezia, Finlandia, Polonia, Olanda e Lussemburgo. Astenuti Slovenia, Estonia e Belgio. La Germania ha fatto mettere a verbale un suo protocollo in cui invita la commissione, responsabile dell'attuazione, a evitare filtri al caricamento in rete e ad evitare la censura. In base alla nuova norma i giganti del web dovranno condividere i loro ricavi con i titolari dei diritti d'autore. Le nuove disposizioni prevedono che gli editori possono limitare la diffusione di notizie e titoli sui siti altrui e impone ai siti di analizzare preventivamente i contributi dei propri utenti, oltre a bloccare in modo automatico quelli non autorizzati dalle industrie del copyright. Nel testo approvato viene precisato che il caricamento di scritti e contenuti sulle enciclopedie on line, come ad esempio Wikipedia, è escluso dall'applicazione della direttiva mentre per le piattaforme di nuova costituzione vi saranno obblighi più leggeri. Inoltre le nuove restrizioni sul diritto d'autore non verranno applicate ai contenuti utilizzati per l'insegnamento e la ricerca scientifica. Tra i primi a commentare il voto, l'associazione dei produttore di musica indipendente europea, la cui presidente Smith ha dichiarato che si tratta di un testo bilanciato che fissa un precedente da seguire per il resto del mondo, mettendo cittadini e creatori al centro della riforma e introducendo regole chiare per le piattaforme on line.
Franco de Stefani