Se Donald Trump ha deciso di proteggere l'economia degli Stati Uniti introducendo nuovi dazi, l'Unione europea ha scelto di percorrere la strada opposta, aprendo nuovi negoziati per accordi di libero scambio, come con l'Australia, e impegnandosi a rimuovere il più possibile le barriere al commercio con i Paesi terzi. Secondo la relazione annuale della Commissione europea nel 2017 sono stati eliminati, in tutto o in parte, 45 ostacoli al libero scambio, oltre il doppio rispetto al 2016. Gli ostacoli rimossi riguardavano 13 settori ritenuti chiave per le esportazioni e gli investimenti dell'Ue, tra cui industria aeronautica e automobilistica, ceramica, Tic ed elettronica, macchinari, prodotti farmaceutici, dispositivi medici, tessile, conciario, agroalimentare, siderurgia, carta e servizi.
“Alla luce del recente aumento del protezionismo in molte parti del mondo, il nostro impegno quotidiano per rimuovere gli ostacoli agli scambi è diventato ancora più importante”, ha rivendicato la commissaria al Commercio, Cecilia Malmström, secondo cui “garantire l'accesso delle nostre imprese ai mercati esteri costituisce il fulcro della nostra politica commerciale”. Per Malmström l'Ue “deve rispondere all'aumento del protezionismo applicando le regole".
Il rapporto rivela che i nove Paesi con il maggior numero di barriere commerciali ancora in vigore sono tutte economie del G20. Il maggior numero è stato registrato in Russia, ben 36, poi la Cina (25), seguita da Indonesia (23), India (21) e Brasile (21). Altri paesi terzi con 10 o più ostacoli agli scambi e agli investimenti sono la Corea del Sud (20), la Turchia (20), gli Stati Uniti (20), l'Australia (14), la Thailandia (12), l'Argentina (11) e il Messico (10). Grazie al lavoro della Commissione lo scorso anno sono stati rimossi sette di questi ostacoli in Cina, tre rispettivamente in Brasile, Turchia e Canada e due in Argentina, India, Arabia Saudita, Taiwan ed Emirati Arabi.
Bruxelles ha ottenuto ad esempio riconoscimento delle norme di sicurezza utilizzate dall'industria meccanica dell'Ue nella nuova normativa brasiliana in materia di sicurezza, l'eliminazione degli ostacoli amministrativi nel settore dei servizi in Argentina, l'eliminazione delle restrizioni sui rottami di rame e di alluminio e sulla carta in Turchia e degli ostacoli in materia di salute e igiene degli animali e dei vegetali relativi alle esportazioni di bovini da alcuni Stati membri in Cina, Arabia Saudita e Taiwan nonché l'eliminazione di alcune restrizioni sulle esportazioni di pollame in Arabia Saudita e negli Emirati arabi uniti. Nel complesso, gli ostacoli rimossi dalla Commissione Juncker salgono a 88.
Articolo realizzato nell'ambito del progetto Europa.Today e con il finanziamento del Parlamento Ue