La decisione era tutt'altro che scontata, il nucleare continua ad avere sempre molti oppositori, su tutti i partiti verdi, che in alcuni stati hanno molto peso, seguiti a ruota dalle associazioni ambientaliste e dalle multinazionali dei derivati petroliferi, lo riferiscono alcuni media europei, riusciti a visionare la bozza di proposta della Commissione Europea. D'altra parte, risulterebbe molto difficile per la Commissione non includere il nucleare, soprattutto dopo che il Centro comune di ricerca, ossia il braccio tecnico-scientifico della Commissione Ue, incaricato dalla stessa di valutare se il nucleare possa essere etichettabile come 'verde', nel suo articolato e corposo studio che ha analizzato la letteratura scientifica concludeva che "non c'è evidenza scientifica che dimostri che l'energia nucleare faccia più danni alla salute umana o all'ambiente rispetto ad altre tecnologie di produzione di elettricità già incluse nella tassonomia come attività a sostegno della mitigazione del cambiamento climatico. Dell'imminente decisione, ovviamente,
sono contenti anche i petrolieri: da anni stanno spostando la loro produzione verso il gas, la fonte fossile meno peggiore di petrolio e carbone. Consci che il loro alleato sono le rinnovabili, infatti, da sole non possono bastare a soddisfare la crescente domanda di elettricità, soprattutto se si de carbonizzano i trasporti e i riscaldamenti. Ed è sostanzialmente soddisfatto anche uno stato membro di peso come la Germania, conscia che inseguire la chimera del 100% rinnovabile sta avendo dei costi proibitivi e l'obiettivo è sempre più irrealizzabile, soprattutto dopo aver spento quasi tutte le centrali nucleari tedesche, tre delle quali dovrebbero cessare il loro lavoro entro il 2022. Si rallegra anche la Russia di Putin, che ora potrà pompare ulteriore gas nel nuovo mega-gasdotto russo-tedesco North Stream 2.
Corrado Cimador