Una decisione politica, in risposta anzitutto alle preoccupazioni sollevate da alcuni Stati membri vicini alla Russia in merito alla sicurezza nazionale, come la Lituania, la Polonia, la Finlandia e l'Estonia, ma anche al rispetto delle sanzioni che l'UE ha adottato contro Mosca, a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina. Una decisione certamente significativa, ma meno drastica rispetto al divieto totale di concessione dei visti auspicato da alcuni Paesi europei. Una volta che la proposta sarà accolta dal consiglio - già entro la settimana - la Commissione pubblicherà le nuove linee guida. Ciò significa che sarà molto più difficile e costoso per i cittadini russi ottenere i visti Schengen, ha affermato la commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson. Inoltre, non saranno riconosciuti in tutto il territorio dell'UE i passaporti rilasciati dalle autorità russe all'interno dei territori occupati dell'Ucraina. Al momento sono stati emessi circa 1 milione di visti Schengen ai cittadini russi e, in seguito alle nuove linee guida che la Commissione pubblicherà a breve, sarà possibile per gli Stati membri "riesaminarli" ha ribadito la commissaria europea per gli Affari interni.
Il Cremlino già da tempo ha lanciato avvertimenti su possibili ritorsioni, se il blocco dei visti turistici ai suoi cittadini o una loro possibile sospensione fosse messa in atto da parte dell'Ue e potrebbero riguardare il blocco totale delle forniture di gas all'Europa.
Corrado Cimador