Foto: BoBo
Foto: BoBo

I dazi definitivi sulle auto elettriche prodotte in Cina entreranno in vigore entro novembre, a meno che l'Europa e la Cina, nel frattempo, non trovino una soluzione alternativa o una maggioranza qualificata degli Stati membri dell'Ue non blocchi la decisione.
Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione europea, ha dichiarato: "Stiamo continuando a impegnarci intensamente con la Cina per una soluzione reciprocamente accettabile".

Intanto il Paese asiatico ha già avviato un'indagine sull'esportazione di beni ad un prezzo inferiore rispetto a quello praticato nel paese d'origine, mirata sulle importazioni di carne di maiale e sugli alcolici dell'Ue, e pensa a come far ricadere questa decisione sulle spalle delle case automobilistiche europee.

Rispetto alle aliquote previste in precedenza, i dazi provvisori sono stati leggermente rivisti in base ai commenti sull'accuratezza dei calcoli presentati dalle parti interessate.
I produttori di veicoli elettrici in Cina, che hanno collaborato all'indagine ma che non sono stati sottoposti al campionamento, saranno soggetti a un dazio medio ponderato del 20,8%, mentre le aziende che non hanno collaborato saranno soggette a un'ulteriore imposta del 37,6%.

Tesla potrebbe invece ricevere un'aliquota di dazio calcolata individualmente, in fase definitiva, a seguito di una richiesta di campionamento.
Nella nota ufficiale del 4 luglio la Commissione europea sottolinea che "le consultazioni con il governo cinese si sono intensificate nelle ultime settimane, a seguito di uno scambio di opinioni tra il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis e il ministro del Commercio cinese Wang Wentao.

L'obiettivo dell'inasprimento dei dazi, secondo la Commissione, è quello di creare condizioni di parità e non di escludere dal mercato i produttori automobilistici cinesi, come invece potrebbe accadere con le tariffe doganali di oltre il 100% previste negli Stati Uniti, ma che la Cina si sta già preparando ad aggirare, andando a produrre batterie e componenti in Marocco, paese che gode di un accordo di libero scambio con gli Usa.

Davide Fifaco