Un barcone, con a bordo un centinaio di migranti, era rimasto per ore in mare a 60 chilometri dal porto di Misurata, in Libia, prima di venire raggiunto da un mercantile, inviato dalla Guardia costiera libica. Lo ha annunciato Palazzo Chigi in una nota.
"Aiutateci, presto non riuscirò più a parlare perché sto congelando", il messaggio arrivato dal barcone tramite Alarm Phone. "Non vogliamo essere sui media, vogliamo essere salvati", il disperato appello dei migranti.
Intanto il team di Alarm Phone ha spiegato che sia l'Italia che Malta "hanno detto di contattare la Guardia costiera di Tripoli come autorità competente", che però per tutto il pomeriggio non rispondeva. Successivamente Palazzo Chigi ha reso noto di essere in contatto con la Guardia costiera libica e in seguito all'intervento italiano la situazione si è sbloccata con l'invio del cargo. Ora i profughi saranno riportati indietro.
Un dramma senza fine, quello degli ultimi giorni nelle acque libiche. Nonostante il maltempo ed il freddo, i trafficanti di esseri umani fanno partire barconi uno dietro l'altro. Ricordiamo che sono stati 170 i migranti morti in due naufragi: uno al largo della Libia, con 117 dispersi e tre superstiti, l'altro nel mare di Alboran, dove le vittime sono state 53.
La presidente del Senato italiano, Maria Elisabetta Casellati, ha affermato che "il Mediterraneo deve essere un mare di pace, non una fossa comune".
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, però conferma la linea dura: "Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani, che con i loro guadagni investono in armi e droga, e delle ONG che non rispettano regole e ordini", si legge in un tweet.
Un appello arriva intanto anche da Papa Francesco: "Penso alle 170 vittime dei naufragi nel Mediterraneo. Cercavano futuro per la loro vita, vittime forse di trafficanti. Preghiamo per loro e per coloro che hanno responsabilità per quello che è successo", ha detto ieri il Pontefice al termine dell'Angelus.
E. P.