Sei Paesi dell'Unione Europea, Austria, Repubblica Ceca, Slovenia, Bulgaria, Lettonia e Croazia, hanno chiesto che si tenga il prima possibile un vertice Ue per discutere delle enormi disparità che esistono, come rilevato nella lettera congiunta, nella distribuzione di vaccini anticovid. L'appello è arrivato dopo settimane di segnali che indicavano un crescente malcontento. Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, nei giorni scorsi aveva accusato alcuni Stati membri dell'Ue, senza nominarli, di aver siglato segretamente "contratti" con le aziende farmaceutiche. La missiva è stata inviata alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Si sottolinea che "se questo sistema dovesse perdurare, continuerebbe a creare enormi disparità tra gli Stati membri. Un alto responsabile dell'UE ha ricordato che un summit è già previsto per il 25 e il 26 marzo e che comunque "il coordinamento della lotta contro la pandemia è il primo punto in agenda".
L'Olanda, che si sente chiamata direttamente in causa, ha risposto alle accuse dell'Austria affermando che anche altri paesi possono acquistare dosi extra. "L'Olanda riceve vaccini attraverso il meccanismo di distribuzione stabilito dall'Ue, ma utilizza anche lo spazio di manovra autonomo" garantito dall'Unione. Una precisazione arriva anche da Bruxelles, secondo cui spetta agli Stati membri decidere in merito alla distribuzione proporzionale. "Se un paese decide di non utilizzare la sua assegnazione proporzionale" di vaccini contro il Covid-19, "le dosi vengono ridistribuite tra gli altri Stati interessati". Ricordiamo che inizialmente la Croazia non aveva aderito all'iniziativa sottoscritta dagli altri cinque paesi, poi il premier Plenković ha deciso di contribuire con la propria firma. Plenković è stato giovedì e venerdì in missione a Bruxelles proprio per sollecitare un'accelerazione nella distribuzione dei vaccini.

Delio Dessardo

Foto: MMC RTV SLO/EPA
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