Il presidente Pahor ha espresso soddisfazione in quanto è stato raggiunto un pieno consenso sul concetto che l'allargamento è una importante questione geopolitica ed è necessario garantire la piena collaborazione e riconciliazione tra i paesi dell'area, attraverso la collaborazione regionale e tra i singoli paesi per assicurare la loro integrazione. Pahor ha salutato la decisione della commissione europea di raccomandare la concessione alla Bosnia ed Erzegovina dello status di paese candidato all'adesione. Ha poi avvertito che la guerra in Ucraina alimenta nuove divisioni in Europa e sarà importante vedere come queste divisioni si manifesteranno nei Balcani occidentali. “Se la Serbia dovesse rimanere dalla parte russa di questa divisione, ciò porterebbe ad una instabilità' permanente nella regione. Se invece saremo in grado di portarla completamente dalla parte europea la regione diventerà un fattore di pace e stabilità”, è convinto Pahor. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha presieduto il vertice, ha detto che i paesi dei Balcani occidentali sono parte integrante dell'Europa libera e democratica ed ha invitato ad intensificare gli sforzi per la loro inclusione nell'Unione Europea. In tale contesto Scholz ha sottolineato la necessità di imprimere un'accelerazione al processo di normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo. Tre i temi dominanti al vertice di Berlino: sicurezza energetica, agenda verde e collaborazione regionale. Sul fronte energetico, la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato lo stanziamento di un miliardo di euro a titolo di aiuti per affrontare la crisi, 500 milioni a fondo perduto, il resto per investimenti, anche per incentivare l'utilizzo di fonti diversificate. I leader di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia hanno firmato tre accordi sulla mobilità destinati a migliorare la collaborazione attraverso una semplificazione burocratica.
Delio Dessardo