La Procura europea, che dovrebbe entrare in funzione entro la fine del 2020, avrà il compito di combattere più efficacemente le frodi ai danni delle finanze dell'Unione europea. Sarà competente a indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell'UE come corruzione, riciclaggio e frodi di IVA transfrontaliere. Gli Stati membri accusano ogni anno perdite di gettito IVA pari ad almeno 50 miliardi di euro a causa delle frodi transnazionali. La decisione di istituire una procura europea è arrivata nell'aprile 2017 quando sedici degli Stati membri decisero di collaborare in modo più stretto per combattere più efficacemente le frodi. Verso la fine dello stesso anno, 20 Paesi Ue, tra questi anche la Slovenia, hanno approvato, dopo quattro lunghi anni di consultazioni, la legislazione per la creazione del nuovo ufficio pubblico. Una volta operativa, nel 2020, la Procura europea sarà competente a perseguire ed indagare reati che ledono il bilancio Ue, ovvero contrastare l'uso irregolare dei fondi che ogni anno sono messi a disposizione dall'Unione europea. Alla carica di membro della futura Procura slovena possono candidarsi procuratori capo, generali o procuratori distrettuali che soddisfano i requisiti richiesti. Il candidato deve essere cittadino di uno degli Stati membri Ue e possedere le qualifiche richieste per esercitare le più alte funzioni a livello di procura. Inoltre, i candidati devono essere in regola con le leggi applicabili in materia di obblighi militari, offrire le garanzie di moralità richieste per l'esercizio delle loro funzioni ed essere fisicamente idonei. Oltre alle pesanti perdite di gettito IVA, gli Stati membri hanno segnalato che nel 2015 circa 638 miliardi di fondi Ue sono stati usati in maniera impropria. Finora solo le autorità nazionali potevano indagare su questo tipo di reati, ma la loro competenza giurisdizionale termina al confine nazionale. La Procura europea permetterà di ovviare a tali carenze e contrastare di conseguenza i reati che ledono gli interessi finanziari dell'Ue.
Maja Novak