L’emergenza Coronavirus non sarà una livella che colpirà tutti i paesi allo stesso modo, anzi, rischia di rendere ancor più evidenti le differenze fra le economie dei paesi dell’area euro.
È quanto emerge dalle prime previsioni economiche dallo scoppio dell'emergenza sanitaria presentate a Bruxelles dalla Commissione europea. “Sia la recessione sia la ripresa saranno disomogenee” ha detto il Commissario all'economia, Paolo Gentiloni, sottolineando come “i dati aggregati a livello europeo nascondano considerevoli differenze fra Paesi”.
In alcuni casi la decrescita è addirittura più grave rispetto ai dati diffusi alcune settimane fa dal Fondo monetario internazionale: fra i paesi più grandi l’impatto maggiore sarà quello subito dall’Italia, che dovrà affrontare una recessione a fine anno pari al 9,5 per cento, e cercare una ripresa che, secondo Gentiloni, “prenderà più tempo che negli altri Paesi”.
Assieme all’Italia fanno parte del poco invidiato club dei paesi che subiranno una recessione con più di nove punti negativi anche Grecia e Spagna. Un po’ meglio fanno altri paesi come la Slovenia, in cui la riduzione della ricchezza prodotta sarà del sette per cento. Meglio la Germania con una flessione del 6,5, ma gli unici paesi a contenere la recessione sotti i 6 punti sono Malta e Austria, e la Danimarca fra i paesi fuori dall’area euro.
Una situazione che rischia di mettere in seria difficoltà il mercato dei titoli di stato, su cui la BCE sta già intervenendo per non rischiare un’impennata degli spread e delle spese per interessi.
Un rischio sottolineato dallo stesso Gentiloni, a meno di 24 ore dalla decisione della Corte costituzionale tedesca che, pur non accogliendo i ricorsi contro gli interventi nel mercato dei titoli di Stato da parte della Banca centrale europea, il cosiddetto Quantitative easing, e non obbligando la Bundesbank a interrompere la propria partecipazione, ha mosso alcuni rilievi sulla possibile violazione del mandato della Bce riguardo il principio di proporzionalità delle competenze tra l’Unione europea e gli Stati membri.
La Bce si è immediatamente difesa assicurando di aver rispettato pienamente il proprio mandato, ma l’intervento tedesco rischia di alimentare ancora di più le divisioni in Europa e mettere in dubbio un programma d’intervento sul mercato dei titoli di stato, al momento vitale per economie fragili come quella italiana e non solo.
Alessandro Martegani