“Un importante passo avanti nella ripresa economica europea”. Così il ministro dell’economia e presidente di turno dell'Ecofin, Andrej Šircelj, ha commentatao il via libera da parte dei ministri economici dell’Unione europea ai piani nazionali di ripresa per 12 paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna.
“Le decisioni adottate oggi dal Consiglio – hanno scritto i ministri nel comunicato finale - costituiscono l'ultima tappa prima che gli Stati possano concludere convenzioni di sovvenzione e accordi di prestito con la Commissione e iniziare a ricevere fondi per attuare i rispettivi piani nazionali".
Per utilizzare i primi fondi previsti dal piano NextGenerationEu, gli Stati dovranno ora firmare accordi di finanziamento bilaterali con la Commissione e ricevere entro due mesi il prefinanziamento concordato, che ad esempio è pari al 13 per cento del totale, 25 miliardi, per l’Italia.
Ulteriori esborsi – ha precisato l’Ecofin - si baseranno su una valutazione dell’attuazione del piano di risanamento e resilienza: gli Stati dovranno quindi rispettare le tappe fondamentali e gli obiettivi fissati nel piano individuale.
Rimane invece bloccato per ora il Piano dell’Ungheria, che, come hanno confermato i due commissari Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis, richiederà più tempo, almeno due mesi, per essere esaminato. Una decisione che sembra destinata ad aumentare la tensione fra Bruxelles e Budapest dopo la presa di posizione dell’Unione europea contro le leggi ungheresi in tema di omosessualità, considerate discriminatorie e contrarie ai principi fondamentali dell’Europa unita.
Alessandro Martegani