“Vinci un viaggio per tornare nella soleggiata Siria”, questo è l’invito sarcastico che il movimento giovanile di estrema destra “Generation identitaer” ha rivolto su un poster per le strade danesi ai 40 mila rifugiati provenienti da quest’area che da alcuni anni vivono nel paese.
Una provocazione in linea con quella che è la politica ufficiale del paese, che lo scorso marzo ha dichiarato la Siria un luogo sicuro avviando la soppressione della protezione internazionale per un primo gruppo di circa cento rifugiati; mentre centinaia di altri sono sottoposti a riesame del loro status. Due settimane dopo per di più è stata approvata una legge che vieta ai rifugiati siriani di possedere beni e contanti per più di 1100 euro, pena l’esclusione dai programmi di protezione.
In questi giorni le autorità danesi sono, inoltre, accusate di mettere a rischio il futuro di decine di bambini siriani, che nonostante i ripetuti appelli, potrebbero essere espulsi dal paese. Una settantina di minori sarebbero, infatti, tra coloro per i quali si sta riesaminando lo status di rifugiato e il rischio è che finiscano per un periodo indefinito in centri di espulsione.
Scelte che hanno fatto intervenire le autorità europee visto che si tratterebbe di una violazione dei trattati internazionali, anche perché la Siria non è sicuramente un paese che possa essere considerato sicuro, come d’altronde proprio un mese fa è stato dichiarato in un documento dalla commissione europea.
Barbara Costamagna