Gli avvocati del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, arrestato ieri a Londra dopo 7 anni di asilo presso l'ambasciata ecuadoriana, si opporranno attraverso tutte le vie legali disponibili alla richiesta di estradizione, presentata da Washington alla Gran Bretagna. Jennifer Robinson, uno dei suoi legali, ha affermato che estradarlo significherebbe dare il via ad una caccia a qualunque giornalista che in passato aveva "pubblicato informazioni vere e verificabili sugli Stati Uniti".
Robinson ha fatto visita al suo cliente nella camera di sicurezza della stazione di polizia di Londra, dove era stato recluso dopo il fermo. Assange, tramite l'avvocato, ha mandato un messaggio di gratitudine ai difensori dei diritti umani e ai sostenitori in tutto il mondo che si sono mobilitati in suo favore. Non sembrava però sorpreso dall'arresto: "Ve l'avevo detto" che finiva così, ha affermato.
Intanto, in un messaggio su Twitter, il leader del Labour britannico, Jeremy Corbyn, ha scritto che Londra deve rifiutare la richiesta di estradizione di Assange presentata dagli Stati Uniti. Secondo le sue parole il giornalista non può essere consegnato agli Usa per aver portato alla luce "prove di atrocità" commesse dalle forze americane "in Iraq ed in Afghanistan". Corbyn ha inoltre allegato al suo messaggio un filmato che documenta la strage di civili compiuta da un raid aereo statunitense in Iraq 12 anni fa, nel quale morirono anche due giornalisti dell'agenzia di stampa Reuters.
Pure il capogruppo parlamentare del partito Levica - Sinistra, Matej Tašner Vatovec, ha chiesto pubblicamente al governo sloveno di fare il possibile per impedire l'estradizione di Assange negli Stati Uniti e di offrirgli asilo politico. Secondo la Levica, l'arresto del fondatore di WikiLeaks è il culmine di un lungo attacco da parte di Washington con l'obiettivo di discreditare il giornalista e attivista che ha pubblicato documenti veritieri relativi a lotte, corruzione e atti criminali commessi da diversi governi e organizzazioni.
E. P.