Il giallo e l’azzurro della bandiera ucraina, sono stati i colori che caratterizzano la seduta plenaria dell’Europarlamento, dove è in corso la discussione sulla candidatura dell'Ucraina come membro dell' Unione europea.
"Come afferma chiaramente la nostra risoluzione, accogliamo con favore la richiesta dell'Ucraina per lo status di candidato e lavoreremo per raggiungere tale obiettivo. Dobbiamo affrontare il futuro insieme". A dirlo in apertura di lavori, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, rivolgendosi al capo di Stato ucraino, Volodymyr Zelensky, che in videocollegamento ha parlato della situazione drammatica in cui si trova in queste ore il suo paese.
"Vorrei sentire da parte vostra che la scelta dell'Ucraina per l'Europa viene incoraggiata. Vogliamo essere membri a pari diritti dell'Ue. Stiamo dimostrando a tutti che questo è quello che siamo", ha concluso Zelensky; chiedendo agli stati dell’Unione di mostrare che sono al fianco degli ucraini, in nome dei valori europei. Il presidente del parlamento ucraino Ruslan Stefanchuk ha ricordato che già otto anni fa gli ucraini avevano rigettato il tentativo di inversione di rotta che la Russia aveva cercato di imporgli, come sta facendo oggi. “Pensate a quello che può succedere all’Europa se l’Ue non riuscirà a proteggere lo spazio di libertà che ha creato”, ha aggiunto, invitando a ragionare strategicamente; anche perché secondo lui il rischio è che l’attacco si estenda anche ad altri paesi dell'Est.
La Russia sta mettendo in atto "un terrorismo geopolitico con una guerra ingiusta e non provocatoria. Torni al tavolo negoziale e ponga fine al conflitto", ha dichiarato il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, che per quanto riguarda la richiesta di adesione dell'Ucraina all'Ue ha dichiarato "si dovrà essere all'altezza del momento", visto che la domanda di Kiev "è simbolica, politica, forte e legittima". "
"Per l'Europa" secondo Ursula von del Leyen "questo è il momento della verità", perchè "quello in corso è uno scontro tra lo stato di diritto e lo stato delle armi, tra democrazie e autocrazie, tra un ordine basato su regole e un mondo di nuda aggressione".
L'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell ha tenuto a sottolineare che l'Europa "non è in guerra con nessuno", ma che si tratta solo di difendere l'Ucraina e utilizzare la diplomazia e le sanzioni per "costruire uno stato mentale che porti alla condanna dell'aggressore". "Bisogna", poi ridurre veramente "la dipendenza dal gas" ha dichiarato Borrell e per questo implementare le rinnovabili, che in alcuni paesi, come l'Italia, sono ancora troppo poco impiegate. "Capisco l'entusiasmo dimostrato oggi", ha detto l'Alto rappresentante, ma c'è anche bisogno di "azioni" concrete e di costruire un sistema che porti l'Europa a diventare un "hard power", assumendosene tutte le responsabilità del caso. "È il momento che l'Europa si chieda che cosa vuole essere in futuro", ha concluso Borrell.
I deputati si sono poi recati nello spiazzo davanti al Parlamento per prendere parte alla manifestazione di solidarietà con l'Ucraina. "Faremo tutto ciò che è necessario, perchè il tempo dei dittatori è finito" (riferendosi a Putin e Lukašenko), ha detto alla folla la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola che ha concluso augurando lunga vita all'Europa e all'Ucraina.
Barbara Costamagna