“Possiamo battere la destra di Attilio Fontana e sono convinto che ce la metteremo tutta”. È il primo commento di Pierfrancesco Majorino, europarlamentare del Pd, già assessore comunale a Milano con le amministrazioni Pisapia e Sala, dopo la decisione del centro sinistra d’indicare il suo nome per sfidare Attilio Fontana e Letizia Moratti per la presidenza della Lombardia.
L’indicazione sul suo nome è giunta alla fine di una riunione a cui hanno partecipato i rappresentanti di Pd, Sinistra Italiana, Verdi e + Europa, ma soprattutto dopo settimane in cui il centro sinistra sembrava destabilizzato dalla fuga in avanti di Calenda e Renzi che avevano deciso di appoggiare la vicepresidente uscente ed ex assessora alla Salute Letizia Moratti, un nome sui cui alcuni esponenti del Pd avevano anche ipotizzato di poter convergere, sacrificando sull’altare della grande coalizione la possibilità di sostenere un candidato di sinistra o almeno di centro.
In questi giorni si erano fatte varie ipotesi su un candidato alternativo, fra le altre quella del sindaco di Milano Beppe Sala, che però si era detto subito non disponibile, e anche quella del senatore ed economista Carlo Cottarelli. Pd, Sinistra italiana e +Europa hanno però preferito distanziarsi nettamente da Azione e Italia Viva, che hanno candidato una esponete della destra come Moratti, e andare su un nome meno noto, ma con una storia che rispecchia maggiormente la tradizione di sinistra.
Milanese, 49 anni, Majorino ha iniziato a fare politica nei movimenti studenteschi e si è iscritto ai Democratici di sinistra nel 1998, diventando segretario dei Ds di Milano, poi capogruppo dell’Ulivo in Comune, facendo opposizione proprio a Letizia Moratti, e assessore alle Politiche sociali nella giunta di Giuliano Pisapia, e all’Urbanistica con Beppe Sala. Nel 2019 ha lasciato la giunta dopo essere stato eletto all’Europarlamento con oltre 93mila preferenze. Nelle sue battaglie politiche soprattutto i diritti degli immigrati e in generale degli esclusi.
Si tratta di una scelta che vuole marcare l’appartenenza, che potrebbe subire la maggior popolarità di Fontana e di Letizia Moratti, ma anche sfruttare a proprio vantaggio il fatto di aver fatto parte di amministrazioni di centro sinistra che hanno riscosso consenso e di essere stato lontano dalla criticata gestione della regione degli ultimi anni.
Deciso il nome, per il centro sinistra i problemi non sono però finiti: subito dopo l’annuncio della candidatura, Majorino ha ricevuto l’appoggio di + Europa e Sinistra italiana, che però hanno idee differenti sulle possibili alleanza. +Europa ritiene la coalizione che sosterrà Majorino definitiva e ha chiuso la porta ai 5 Stelle; Sinistra italiana vuole un “dialogo verso le altre forze politiche come il M5S, che fino alle elezioni politiche sono state parte di questo percorso". Chiude ai 5 Stelle invece il segretario regionale del Pd Vinicio Peluffo: “La coalizione – ha detto - è questa qua. Punto”.
Alessandro Martegani