Il prossimo avvio del Green pass europeo ha dato via libera anche a un cambiamento delle regole d’ingresso in Italia, che ormai riconosce ai cittadini europei e dei paesi come Liechtenstein, Svizzera, Islanda e Norvegia, in possesso della certificazione, il diritto di varcare i confini della penisola senza ulteriori adempimenti.
In attesa del certificato unico con il codice Qr, in fase di distribuzione in Italia, l’ingresso nel paese senza alcuna limitazione è già consentito a chi è in possesso di un certificato di avvenuta vaccinazione completata da almeno quattordici giorni, avvenuta guarigione, o di un test negativo effettuato nelle quarantotto ore antecedenti all’ingresso. I bambini al di sotto dei sei anni di età sono esentati dall’effettuazione del test.
Nel caso non sia possibile presentare la certificazione è comunque possibile entrare in Italia sottoponendosi a isolamento fiduciario per un periodo di dieci giorni ed effettuando un test al termine del periodo.
Nessuna certificazione è richiesta, nemmeno la compilazione del Passenger locator form, per rientrare nel territorio italiano a seguito di permanenza di durata non superiore a 24 ore in località estere situate a distanza non superiore a 60 chilometri dal proprio luogo di residenza, domicilio o abitazione, regola che “salva” tutti gli spostamenti di chi vive, lavora o ha casa a ridosso del confine.
Queste regole valgono per tutti i paesi elencati nell’elenco C, che comprende tutti gli stati europei, anche se da venerdì scorso, alla luce dalla situazione sanitaria, è prevista una quarantena di cinque giorni per tutti coloro che giungono da Gran Bertagna e Irlanda del nord.
Le cose si complicano se si proviene da altri paesi: per Canada, Giappone o Stati Uniti vale il green pass senza obbligo di test e isolamento, con l’unico impegno di compilare il Passenger locator form, ma un isolamento di 10 giorni all’arrivo in Italia, oltre alla certificazione di vaccinazione o tampone, è richiesto, almeno fino al 30 luglio, per chi proviene da paesi come Australia, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, e Tailandia. Ancor più stringenti le regole per chi proviene da India, Bangladesh o Sri Lanka, e da quasi tutti gli altri paesi, dove non si può ancora viaggiare a scopo di turismo, ma solo per esigenze di lavoro o necessità.
Alessandro Martegani