Visto il protrarsi degli scontri tra varie fazioni nella zona di Tripoli (fino a oggi hanno causato oltre 47 morti e 130 feriti), la rappresentanza delle Nazioni Unite in Libia invita le parti in conflitto a un tavolo di negoziati.
In una nota del Governo Italiano si legge che "l'Italia continua a seguire con attenzione l'evolversi della situazione sul terreno e ha già espresso pubblicamente preoccupazione nonché l'invito a cessare immediatamente le ostilità assieme a Stati Uniti, Francia e Regno Unito". "Escludo interventi militari che non risolvono nulla" afferma il ministro dell'Interno Matteo Salvini. "L'Italia - aggiunge il Vice-Premier - deve essere la protagonista della pacificazione in Libia. Le incursioni di altri che hanno altri interessi - conclude Salvini - non devono prevalere sul bene comune, che è la pace". Fonti vicine al ministero della Difesa fanno sapere che i militari italiani presenti nel Paese stanno bene e si trovano al sicuro. Anche l'Ambasciata Italiana a Tripoli rimane operativa.
L'appello a cessare le ostilità è condiviso anche dalla Russia, che invita al dialogo in linea con le direttive ONU, e dall'Unione Europea. Secondo Bruxelles la soluzione non deve essere militare ma politica: in una nota ripresa da varie fonti stampa si legge che "l'escalation della violenza sta minando una situazione che è già fragile. La violenza porterà solo altra violenza a svantaggio dei libici". Sulla vicenda si esprime anche Antonio Tajani: "Posizioni divergenti rischiano di non portare a una buona soluzione: il nostro interesse come italiani ed europei è avere un interlocutore unico in Libia, per cui è necessario trovare una sintesi. Sino a quando non si stabilizza la Libia - conclude il Presidente del Parlamento Europeo - non risolveremo il problema migratorio e di tutta l'area".