La pandemia e ancor più la sua seconda ondata è entrata nelle nostre vite come un'entità fisica che ha bloccato il presente e impedisce di pianificare il futuro. Le misure stesse per contenere la diffusione del virus, come l'uso della mascherina, il distanziamento fisico, la chiusura di determinate attività e ancora il coprifuoco, il divieto di spostamento tra Regioni, seppur necessarie creano frustrazione e una percezione di profondo disagio e purtroppo fanno solo da contraltare al male peggiore, il contagio e la malattia che negli individui più vulnerabili sono sinonimo di sofferenze e spesso di morte. L'unico vero modo per evadere, per ritrovare la serenità perduta, è guardare al passato. Secondo uno studio condotto dall'Università di Southampton, in Inghilterra, parrebbe che chi vive con nostalgia il passato riesca ad affrontare il futuro senza quel carico di ansia che si ha nel momento in cui si va verso qualcosa che non si conosce. Secondo gli esperti, guardare al passato e lasciarsi trasportare dalla nostalgia aiutano a mantenere un legame con quello che siamo stati e con le proprie radici. Sebbene il rimpianto possa provocare la momentanea tristezza, la nostalgia in generale aiuta a essere ottimisti. Passata la sensazione di disagio per il dolore provato dall'esperienza passata nell'individuo, si crea un nuovo significato al presente, ed è un sentimento che arricchisce l'identità. I ricordi possono trasformarsi in fari che illuminano o per lo meno chiariscano i contorni per il futuro. Dobbiamo impegnarci a essere ottimisti, lo dobbiamo a noi stessi, e così facendo possiamo aiutare le persone che ci stanno accanto a far fronte alle avversità psicologiche. La nostalgia trova terreno fertile nei momenti difficili, dobbiamo quindi guardarci dentro e attingere dai momenti felici del passato perché sono proprio questi che trasmettono forza e coraggio.
Corrado Cimador