Hassan Rouhani Foto: Reuters
Hassan Rouhani Foto: Reuters

Trump nel suo discorso ha rimarcato che l'accordo, siglato il luglio scorso a Vienna tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu più la Germania e gli emissari di Teheran, avrebbe dovuto "proteggere gli americani e i loro alleati, ma ha invece permesso solo all'Iran di continuare ad accumulare uranio" e non certo a scopi pacifici. Secondo Trump i meccanismi del trattato non impediscono agli iraniani di beffarsi del mondo intero e dunque l'intesa serve unicamente alla sopravvivenza di un regime ostile, che continua a sostenere il terrorismo su scala mondiale. Per questo gli Usa sono pronti a reintrodurre le sanzioni contro Teheran, che entreranno in vigore nell'arco di 90 giorni.

Pronta la reazione di Teheran. Il presidente iraniano, Hassan Rouhani, ha dichiarato che "non abbandonerà l'accordo sul nucleare" e che l'uscita di Washington dall'intesa è "un atto illegale, illegittimo e che mina accordi internazionali".

L'unico ad accogliere la notizia con entusiasmo è stato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che si è "felicitato per tale decisione", mentre Francia, Germania e Regno Unito hanno invece espresso il loro rammarico; in particolare il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che "lavorerà con Berlino e Londra nell'ottica di un accordo ancor più ampio". "L'Italia è con gli alleati europei", ha scritto in un tweet il presidente del Consiglio, Gentiloni. Federica Mogherini, a capo della diplomazia dell'Unione europea, ha detto dal canto suo di "aspettarsi che il resto della comunità internazionale continui a implementare" quanto definito con Teheran, a prescindere dall'annuncio del presidente statunitense. Secondo l'ex presidente Usa, Barack Obama, che firmò l'intesa nel 2015, senza l'accordo si rischia "un'altra guerra in Medio Oriente". Anche il governo giapponese ed il segretario dell'Onu, Guterres, sono preoccupati per le ripercussioni che potrebbero derivare sullo sviluppo del programma nucleare di Tehran. Dalla Slovenia, il presidente uscente della Camera di Stato, Milan Brglez, a sua volta si è rammaricato per la bocciatura americana dell'accordo sul nucleare con l'Iran definendolo un duro colpo al rispetto degli accordi internazionali.