L'intesa tra Israele e Hezbollah per una tregua di 60 giorni è molto vicina anche secondo un alto funzionario americano. Il Gabinetto di sicurezza di Tel Aviv dovrebbe approvare oggi il testo, "ma fino ad allora qualcosa potrebbe sempre andare storto", ha aggiunto. La presidenza francese ha confermato che i negoziati sul cessate il fuoco hanno fatto significativi progressi. Un alto funzionario israeliano ha intanto confermato che una riunione del Gabinetto di sicurezza è prevista per oggi. L'ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, non ha voluto commentare le notizie secondo cui Israele e Libano avrebbero concordato un'intesa, secondo alcune fonti, comunque, Netanyahu sarebbe d'accordo sulla tregua "in linea di principio", non lo sono però le destre estreme del suo esecutivo. Togliendo il sostegno al premier potrebbero infatti far cadere la maggioranza.
L'ambasciatore israeliano all'Onu, Danny Danon, ha affermato che nonostante qualsiasi accordo, Israele avrebbe mantenuto il diritto di colpire il Libano meridionale, anche se Beirut, in precedenza, si è già opposta alla formulazione di tale intesa.
Il vicepresidente del parlamento libanese, Elias Bou Saab, ha al contempo dichiarato all'agenzia di stampa Reuters che non ci sono più "seri ostacoli" all'attuazione del cessate il fuoco con Israele "a meno che Netanyahu non cambi idea". Secondo le sue parole, la proposta prevede, entro 60 giorni, il ritiro dei militari israeliani dal Libano meridionale e il dispiegamento di truppe regolari dell'esercito libanese nella regione di confine, da sempre roccaforte di Hezbollah. Saab ha infine spiegato che sarà un comitato di cinque paesi, presieduto dagli Stati Uniti, a monitorare il rispetto della tregua.
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