Foto: Reuters
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Il Ministero della Giustizia di Israele ha riferito di aver prorogato per altri 35 giorni il blocco del canale del Qatar al Jazeera, nel mirino del governo di Tel Aviv per il suo presunto sostegno al gruppo estremista palestinese, Hamas. A inizio aprile, lo ricordiamo, il parlamento israeliano aveva approvato una legge che vieta la trasmissione nel Paese di media stranieri che minano la sicurezza di Israele. E sulla base di questa normativa lo scorso 5 maggio Tel Aviv ha vietato la trasmissione del canale al Jazeera e disposto la chiusura degli uffici in Israele per un periodo rinnovabile di 45 giorni.
Al contempo il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha scavalcato il capo nazionale della polizia e chiesto di non fornire protezione ai convogli umanitari diretti a Gaza, sostenendo che si tratta di una missione militare. Nelle ultime settimane sono stati molti gli attacchi degli attivisti di estrema destra contro i camion che portavano provviste ai civili dell'enclave assediata, stremati dalla guerra e dalla carestia.
Osama Hamdan, portavoce e membro dell'ufficio politico di Hamas, è convinto che Israele voglia una tregua nella Striscia di Gaza solo per 6 settimane, poi vuole tornare a combattere. Hamdan ha puntato il dito contro gli Stati Uniti "che non sono ancora riusciti a convincere gli israeliani ad accettare un cessate il fuoco permanente" come parte dell'accordo per il rilascio degli ostaggi. Secondo le sue parole, per accettare la proposta di cessate il fuoco, Hamas ha bisogno di "una posizione chiara sul ritiro completo da Gaza e la fine dell'assedio" nonché garanzie che "i palestinesi determinino da soli il loro futuro e la ricostruzione" della Striscia.
Il leader dell'opposizione israeliana, Benny Gantz, intanto afferma che Tel Aviv è a conoscenza del numero esatto di ostaggi ancora vivi che si trovano a Gaza dallo scorso 7 ottobre. Hamdan ha però dichiarato che "nessuno ha idea" di quanti degli ostaggi siano in realtà ancora vivi.