Foto: Reuters
Foto: Reuters

Un periodo complesso per l'ex Capo della Casa Bianca Donald Trump travolto dalle diverse vicende giudiziarie e impegnato nella corsa alle presidenziali. Allo stesso tempo però un periodo "roseo" che lo vede essere sulla cresta dell'onda in quanto vincitore del primo duello televisivo contro Biden e da poco anche immune da accuse penali negli atti ufficiali. Subito dopo la decisione della Corte Suprema il tycoon ha espresso soddisfazione per questo importante traguardo dichiarando che questo rappresenta una vittoria per la costituzione e per l'America. Un esito sostenuto dai giudici conservatori che ha ricevuto pesanti critiche da quelli liberali: "I padri fondatori non l'avrebbero appoggiato, la nostra Costituzione non protegge il Presidente" hanno fatto sapere in una nota. Ora però, se tutto dovesse procedere in questa direzione e se Trump vincesse a novembre potrebbe persino imporre l'archiviazione di un procedimento oppure concedersi la grazia. A poche ore dalla decisione parole di condanna sono giunte dal Presidente in carica. Durante un discorso al popolo, Biden ha definito pericolosa la scelta della Corte affermando, che a giochi fatti, il Capo dello Stato non sarà più limitato dalla legge e che gli unici limiti saranno stabiliti da lui stesso. Secondo Biden, l'America non può rappresentare una monarchia "con un re che fa quello che vuole." Durante il discorso ha poi continuato con le stoccate a Trump tacciandolo di voler utilizzare costantemente scorciatoie anziché pagare per i reati commessi. Sottolineando l'inviolabilità della democrazia e della Costituzione, ha enfatizzato l'importanza dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge: "Nessuno può esserne immune, tantomeno il Presidente degli Stati Uniti. Quanto sta accadendo è un terribile disservizio per le persone di questa Nazione" ha detto ancora Biden chiedendo al popolo di scegliere se fidarsi ancora di Trump.