Nell'Inferno di Dante si parla della legge del contrappasso, il principio che regolerebbe la pena che colpisce i rei mediante il contrario o l'analogia della loro colpa; e proprio questa ultima sembra star colpendo alcuni oligarchi russi nei luoghi che vengono considerati i loro paradisi.
Impotenti alcuni di essi stanno guardando le loro proprietà occupate da gruppi di attivisti e anarchici, che per prima cosa posizionano la bandiera dell'Ucraina sui loro balconi. "Voi occupate l'Ucraina, noi occupiamo voi", recita lo striscione che proprio ieri un gruppo anarchico britannico ha posto in bella vista sulla facciata del palazzo 'squatterato' (dopo che era stato sequestrato dal governo britannico qualche giorno fa) al miliardario russo Oleg Deripaska, fondatore del gigante dell'alluminio Rusal, nel lussuoso quartiere londinese di Belgravia, ribattezzato negli ultimi anni "il quartiere degli oligarchi".
Stesso destino, anche per la proprietà vista mare dell'ex genero di Putin, questa volta nell'esclusiva località balneare francese di Biarritz, dove due attivisti russi si sono introdotti prendendone possesso, per invitare poi il Comune a trasformare l'immobile in un centro di avvoglienza per i profughi ucraini. Provocazioni e gesti che potrebbero ripetersi anche in altre località del mondo dove si sta sviluppando un forte sentimento anti-Putin.
Gesti simbolici, che hanno, però, un peso significativo, come le reintitolazione delle strade nelle quali si trovano le rappresentanze diplomatiche di Mosca. Ultima in ordine di tempo la città canadese di Ottawa che ha intenzione di cambiare il nome della via nella quale si trova l'ambasciata russa in "President Zelensky boulevard", con buona pace dei russi che sul suolo pubblico di un altro stato non hanno alcuna voce in capitolo.
Barbara Costamagna