La Russia ha anticipato che sara' costretta a una risposta tecnico-militare alla mancanza di risposte da parte degli Stati Uniti alle richieste di garanzie sulla sicurezza in Europa. Nel messaggio di una decina di pagine inoltrato a Washington nel quadro del negoziato si evidenzia che non e' stata pianificata un'invasione dell'Ucraina. Intanto e' probabile una missione a Mosca del Premier italiano Draghi. Il documento elenca i temi chiave a cui, secondo Mosca, gli Stati Uniti non hanno dato una risposta costruttiva, tra cui non espandere ulteriormente la NATO, il ritiro della cosiddetta 'formula di Bucarest', secondo la quale Ucraina e Georgia diverranno membri NATO, e la richiesta di non creare basi militari sul territorio di Stati precedentemente parte dell'Unione Sovietica e non membri dell'Alleanza Atlantica, compreso l'uso di infrastrutture per lo svolgimento di qualsiasi attivita' militare oltre al ritorno delle capacita' militari NATO allo status del 1997, quando venne firmato l'atto costitutivo delle relazioni Russia-NATO. Viene inoltre evidenziato che queste disposizioni sono di fondamentale importanza per Mosca. Il Ministero degli Esteri russo, nella risposta, indica che probabilmente, se l'Ucraina entrasse nella NATO, tenterebbe di rivendicare la Crimea con la forza innescando un conflitto. Nel frattempo la Russia ha espulso il secondo diplomatico statunitense a Mosca senza giustificazione, e Washington ha fatto sapere che si sta valutando la risposta perche' il personale diplomatico e' fondamentale per facilitare la comunicazione. Il Premier italiano Draghi, al termine del Consiglio europeo informale sulla crisi, ha dichiarato che finora episodi di de-escalation sul terreno non se ne sono visti, per cui e' necessario proseguire con la strategia della deterrenza ferma. Draghi ha precisato che l'obiettivo e' quello di far sedere al tavolo il Presidente russo Putin e il suo omologo ucraino Zelensky. Draghi ha aggiunto che l'Italia sta facendo il possibile in questa direzione, compresa la preparazione di una sua missione a Mosca.
Franco de Stefani