L'Italia bloccherà l'arresto del Presidente russo Putin nel caso partecipasse ai funerali di Papa Francesco. La scelta è politica e rappresenta un nuovo strappo per Roma, che non intende dare seguito all'ordine partito dalla Corte Penale Internazionale dell'Aia.

Una ragione che avrebbe spinto Putin a non partecipare alle esequie sarebbe il timore di un possibile arresto a causa del mandato emesso dalla CPI per crimini contro l'umanità. Il mandato, in realtà, non ha efficacia in Italia perché il Ministro della Giustizia Nordio non ha mai trasmesso gli atti alla Corte d'Appello di Roma, situazione che avrebbe determinato un attrito tra la Capitale italiana e l'Aia. La scelta è politica, come quella che ha reso analogamente inefficace il mandato d'arresto contro il Premier israeliano Netanyahu, accusato di crimini di guerra commessi a Gaza. Il Governo italiano ha lasciato intendere in maniera esplicita di considerare i Capi di Stato e di Governo tutelati da un'immunità che li preserva da azioni giudiziarie almeno finché sono in carica, e ciò accomunerebbe Putin a Netanyahu. La valutazione è stata contestata dai giudici della Corte Penale Internazionale, in quanto non la ritengono applicabile per crimini di guerra o contro l'umanità oppure per genocidio. La vicenda ha delle similitudini con quanto accaduto con il presunto assassino e torturatore libico Almasri. Anche in quel caso, dopo il fermo ritenuto irrituale dai giudici, il Ministero decise di non trasmettere la documentazione al tribunale causandone, di fatto, la scarcerazione.
Franco de Stefani