La nomina di Naji Issa come nuovo governatore della Banca centrale libica e di Marai al Barassi come suo vice è stata accolta positivamente a livello internazionale. Si spera che la produzione di petrolio della Libia, membro dell'Opec+, possa riprendere dopo un mese di interruzioni. L'accordo tra la Camera dei rappresentanti e l'Alto Consiglio di Stato, mediato dalle Nazioni Unite, è considerato un passo importante per stabilizzare il Paese. Le Nazioni Unite hanno sottolineato l'importanza di una leadership competente per ricostruire la fiducia del popolo libico e rafforzare la Banca centrale nel contesto finanziario globale. È necessario un passaggio di consegne regolare tra le vecchie e nuove autorità. La missione ha anche espresso preoccupazione per il blocco delle esportazioni di petrolio e ha invitato le autorità a risolvere questi problemi. I proventi del petrolio devono essere gestiti in modo trasparente e responsabile.
Il governo egiziano ha sostenuto l'accordo, vedendolo come un passo verso la stabilizzazione della Libia. Anche l'ambasciata degli Stati Uniti ha apprezzato la nomina, sperando che aiuti a ripristinare la fiducia nella governance della Banca centrale. Washington ha chiesto di completare la leadership della Banca con un Consiglio di amministrazione qualificato. L'ambasciatore dell'Unione Europea in Libia, Nicola Orlando, ha definito l'accordo come un risultato significativo e ha sottolineato la necessità di una gestione trasparente delle risorse libiche. La nomina è stata formalizzata con un voto della Camera dei rappresentanti e l'appoggio dell'Alto Consiglio di Stato, con un accordo che prevede anche misure per garantire stabilità e trasparenza economica. Nonostante il supporto internazionale, ci sono sfide per attuare l'accordo e garantire la stabilità della Banca centrale. Alcuni rappresentanti libici hanno sollevato dubbi su alcune clausole, ma altri hanno espresso sostegno. Un altro problema da affrontare è l'approvazione del bilancio unificato. La comunità internazionale insiste sulla necessità di una gestione unitaria e trasparente delle risorse libiche, soprattutto delle entrate petrolifere.
Corrado Cimador