"Le unità dei distretti militari meridionali e occidentali hanno già iniziato a caricare le loro attrezzature per la partenza", ha affermato il portavoce del Ministero della Difesa russo, aggiungendo che le truppe sarebbero tornate alle loro basi dopo le esercitazioni. Il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, ha dichiarato ieri che alcune esercitazioni militari su larga scala in Russia e Bielorussia stanno volgendo al termine. Secondo le sue parole, i colloqui con la Bielorussia dureranno fino al 20 febbraio.
Intanto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è stato informato di un attacco da parte della Russia che dovrebbe scattare domani. Lo riporta la CNN. Zelensky ha infatti dichiarato il 16 febbraio Giornata dell'unità.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha però assicurato che il capo dello Stato russo, Vladimir Putin, è "disposto a trattare ed ha sempre chiesto negoziati e diplomazia", ha precisato. "E l'Ucraina è solo una parte delle più ampie preoccupazioni relative alle garanzie di sicurezza per la Russia", ha detto ancora Peskov.
Berlino - al contempo - ha chiesto a Mosca di "ritirare le proprie truppe" ai confini con l'Ucraina, la situazione è particolarmente pericolosa e può degenerare in qualsiasi momento. Secondo il Ministero degli Esteri, "la responsabilità di una de-escalation è chiaramente dal lato della Russia e spetta quindi a Mosca ritirare le proprie truppe".
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, si dice intanto "molto preoccupato per le speculazioni di un potenziale conflitto militare in Europa. Il prezzo in sofferenza umana, distruzione e danni alla sicurezza europea e globale è troppo alto da contemplare".
E. P.